Rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Ariano Irpino per scontare una condanna a vita per i crimini commessi , Renato Vallanzasca ( il Bel René) racconta la sua vita dal primo crimine ( aver liberato gli animali di un circo ) a quando arriva ad essere capo di un clan noto come " la banda della comasina " che negli anni '70 terrorizzò Milano tra rapine, sequestri , omicidi , evasioni.
Il film è stato presentato portandosi dietro un bel po’ di polemiche, che certamente hanno alimentato la curiosità di quanti ancora non avevano visto il film. Per giorni i quotidiani italiani hanno fatto notare che “Vallanzasca – Gli angeli del male” tende a spettacolarizzare e forse mitizzare la figura di un criminale condannato, tra gli altri delitti, anche per alcuni omicidi. Provando ad analizzare il film uscendo da queste polemiche si può notare come Placido abbia voluto sviluppare questo film tutto sulla figura di Renato Vallanzasca, mente della Banda della Comasina, l’organizzazione criminale che negli anni Settanta divenne famosa per rapine, assalti e sequestri. Sembra quasi che il film sia stato studiato per costruire una “ Vallanzasca Story” più che un Noir ispirato a fatti realmente accaduti ; lo stesso Placido ha dichiarato :” Quello che trovavo stimolante da un punto di vista artistico e creativo era entrare nella mente di un criminale per capire, con un approccio asettico e quasi entomologico lontano da qualsiasi giudizio morale, cosa si prova a stare in bilico fra la normalità e la devianza, a trovarsi al bivio fra il bene e il male e a scegliere deliberatamente il male.”questo perché la storia personale del “ bel Renè” ha sempre funzionato. La sceneggiatura di Kim Rossi Stuart e Michele Placido arriva dopo quattro tentativi nei quali avevano collaborato anche Pasquini e Purgatori che hanno notato alcune semplificazioni dal loro progetto originale , e infatti nel film si possono notare molti soggetti stereotipati , e una trama piuttosto esile , pur trattandosi di un personaggio che scotta; si passa con troppa velocità da una rapina in banca a un assalto a un furgone portavalori , e invece altre parti , che potrebbero passare in secondo piano, sono eccessivamente sviluppate. Kim Rossi Stuart ha dato l’ennesima prova di essere un buon attore ; il dialetto milanese ( forse in alcuni punti esagerato) la motivazione, la convinzione , i valori del vero Vallanzasca sono ben sviluppate e interpretate . assolutamente credibile nella sua presa di coscienza “ io sono nato ladro” e meglio ancora “ io non sono cattivo , ho solo il lato oscuro un po’ pronunciato” . Peccato per le poche scene d’azione che Placido ha deciso di girare , tra le poche soprattutto quella di Piazza Vetra, con Renato che si allontana camminando dalla scena della sparatoria per non attirare troppo l’attenzione mentre gli amici di una vita giacciono feriti sull’asfalto è una delle più belle. Non viene data molta attenzione ai particolari , non si capisce bene com’era la Milano di quegli anni , non ci sono riferimenti a canzoni , libri , personaggi politici di quel periodo, ma forse tutto questo poco importa, il film va avanti lo stesso. Ci sono però alcune inesattezze storiche : Vallanzasca non insultò, né chiese il cartellino di identificazione al colonnello Antonio Cornacchia, che lo arrestò a Roma e fu responsabile del suo interrogatorio, come mostrato nel film, secondo quanto dichiarato da Cornacchia stesso; e a un certo punto, prima dell'ultima cattura di Vallanzasca, appare una veduta di Milano dall'alto in cui svetta la Nuova sede della Regione Lombardia, costruita nel 2010. Forse importa poco anche che il film non aiuta a conoscere davvero Vallanzasca, perché in fondo come dice lo stesso protagonista nel film “ uè ma non li leggi i giornali ?”
Titolo: Vallanzasca – Gli angeli del male
Regia: Michele Placido
Sceneggiatura: Kim Rossi Stuart, Michele Placido, Antonio Leotti, Toni Trupia, Andrea Leanza
Fotografia: Arnaldo Catinari
Interpreti: Kim Rossi Stuart, Filippo Timi, Moritz Bleibtreu, Valeria Solarino, Paz Vega, Francesco Scianna, Gaetano Bruno, Nicola Acunzo, Stefano Chiodaroli, Monica Barladeanu
Nazionalità: Italia – Francia – Romania, 2010
Durata: 2h. 05′
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