martedì 17 maggio 2011

Biutiful - Recensione

Un viaggio negli inferi

C'è da aspettarsi molto da questo film che fa male come un pugnale affilato. Alejandro González Iñárritu dopo film basati su storie di più personaggi che scorrono parallele per poi incastrarsi e trovare un denominatore comune,e dopo la separazione dallo sceneggiatore Guillermo Arriaga, fa da sé e si focalizza su un’unica vicenda Non si cercherà più di mescolare le carte, di lavorare sulla dimensione degli scarti temporali, la scena iniziale di Uxbal che parla e dona un anello ( in seguito si scoprirà a chi) ritornerà anche nella parte finale del film, quasi fosse una promessa allo spettatorre che la storia si apre e si chiude seguendo un unico protagonista. Uxbal ( Javer Bardem) padre di due splendidi bambini , Ana e Matteo, sua unica ragione di vita e suo orgoglio, marito di Marambra ( Maricel Alvarez) malata di personalità bipolare, malattia che ha portato il loro rapporto a logorarsi fino alla separazione avvenuta tra i due ma con continui riavvicinamenti. Uxbal vivacchia sfruttando la manodopera clandestina cinese e i venditori ambulanti senegalesi. Lui che sembra tanto difenderli e proteggerli,è il primo a sfruttarli per i suoi affari poco leciti. Il panorama offerto da Inarritu è tutt’ altro che paradisiaco, da cartolina patinata e circoli di turisti , il panorama è la Barcellona più degradata, dove si vive ammassati in bugigattoli tra morti e bidoni della spazzatura .Biutiful è un viaggio negli inferi , niente viene lasciato per caso , niente viene risparmiato, tutte le miserie umane fisiche e psichiche vengono fatte vivere con una crudeltà estrema,un’opera che certo ti lascia riflettere. Uxbal scoprirà di essere malato di cancro e avere solo 2 mesi , 2 mesi per sistemare tutto sapendo di non poter fare affidamento sulla moglie, sarà lui con l’aiuto proprio di una clandestina a lasciare ai figli quello di cui avranno bisogno. Un’ ottima interpretazione di Bardem, un viso così cinematografico, diventa per quetso film un viso così distrutto, stanco, perennemente in bilico. Le chiavi di lettura di questo film possono essere tante, il mondo è malato e quindi rappresentato nelle sue malattie più profonde, e soprattutto rappresentato da un malato. Ciò che tocca è la sensazione finale che lascia : Una possibilità di redenzione finale ? Inarritu non lascia percepire una risposta esatta , quello che lascia questo film è una pura cruda e semplice visione dell’ orrore delle bassezze e della povertà di una città, dove ci si adatta, dove si difende l’immigrato ma allo stesso tempo lo si sfrutta , un’arrogante presunta umiltà di vicinanza ai più deboli. Non c’è niente di “ Biutiful” in tutta questa storia, se non lo sguardo dei due bambini, soprattutto Matteo in attesa di un viaggio ai Pirenei . Pochi film hanno saputo esprimere questi sentimenti di Inadeguatezza , di perenne sofferenza, ma allo stesso tempo il forte sentimento di essere padre, fino all’ ultimo fino all’ estremo sempre e comunque .. fino oltre la morte .Un dramma lucido, lineare, duro e profondo.

"A volte il destino assomiglia ad una tempesta di sabbia che cambia sempre direzione,cambi anche tu direzione , ma la tempesta di sabbia ti segue , tu cambi di nuovo, ma la tempesta si adatta al tuo passo. Questo si ripete infinite volte come una danza sinistra con la morte, prima dell’alba. Quella tempesta non è qualcosa arrivato da lontano, qualcosa di indipendente da te, quella tempesta sei tu, è qualcosa che hai dentro, quindi non puoi far altro che attraversarla quella tempesta, che per quanto immateriale, lacera la carne come mille rasoi. Verrà versato sangue umano, sangue che ti macchierà le mani; è il tuo sangue ed anche il sangue di altri. E quando la tempesta sarà finita, neanche tu saprai come hai fatto ad uscirne vivo, però una cosa è certa: quando uscirai da quella tempesta, la tua vita non sarà più la stessa, sarà bellissima. ( BIUTIFUL - "MONOLOGO DI UXBAL / BARDEM " )

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