L’eleganza di Vinicio,
dopo tre anni di attesa il maestro torna ad occupare il posto delle Novità nei negozi di dischi, e i suoi fan si aspettano tanto da lui … e tanto c’è da aspettarsi da questo disco. "Marinai profeti e balene" . Iniziando dalla copertina : che non si pensi ad una semplice , anonima e impersonale copertina di plastica , con libretto per i testi , NO … !!!Vinicio anche qui fa sentire il suo stile , ricercato, fine ed elegante; ed ecco quindi che vi troverete tra le mani un piccolo libro, un “ libro da mano” si potrebbe quasi definire; un'unica foto sua , il mare come sfondo. Il disco in se si potrebbe indicare come una vera e propria opera, 19 canzoni , per più di un ora di musica , da ascoltare , a mio modesto parere, stesi su di un letto in camera al buio con le cuffie perché è l’intimità quella che suggerisce questo disco,pur attraverso canzoni corali, come “ il grande leviatano” ( che in alcuni punti ricorda molto delle canzoni di chiesa) , “ L’ oceano Oilalà” che risponde proprio a quello che da piccoli ci si immaginava dei marinai riuniti tutti sotto coperta durante nottate passate a bere “noi vogliamo del rum” e cantare tutti insieme . Ma l’ intimità che si affronta è quella dell’ errore , l’errore di Lord Jim, di Job, di Ulisse, di Billy Budd , del capitano Achab, l’errore e l’errare … come lo stesso Vinicio ha dichiarato in un’ intervista “ l’errare è frutto dell’ errore” , quell’ errore che scatta dalla scarsa, quasi nulla consapevolezza che si ha dei propri limiti, l’errore di credere di essere immortali, di far vivere sempre e solo il SUPER IO e mai l’ io , quell’ io che ha lati difficili , che ha più difetti che pregi ed ecco allora che il maestro ribalta le conoscenze che da sempre si sanno che si danno per scontate,pur di far comprendere e far guardare la vita tutta , in ogni sua sfumatura ed ecco che Il BIANCO .. il bianco simbolo di purezza, di fanciullo, di candido , di sereno … viene affiancato all’ orrido, alle tenebre , alla paura , alla morte, a qualcosa che l’uomo non può governare, a qualcosa di “ fuori misura” come La Balena Bianca .
“L’essere uno di noi” è il culmine del disco, arrivare a sentire il senso di appartenenza ad una collettività, proprio per l’errore commesso, per averlo riconosciuto ma anche e soprattutto per il non sapere come porre rimedio a questo. A primo ascolto può sembrare che non ci sia salvezza per queste anime , lo stesso Vinicio afferma che “ non bisognerebbe dire dopo aver commesso un errore : ora so come non mi dovrò comportare la prossima volta,ma sarebbe meglio dire ora so come mi comporterò la prossima volta” perché nessuno veramente è capace di fuggire da se stesso , il pesce sa che se andrà a mangiare quell’ esca sarà catturato, e pure ci andrà .. e “ Al pesce quando abbocca l’esca gli piace e la mangia tutta “ ... ma la salvezza Vinicio ce la offre proprio in “ lord Jim” : “ Per commettere un crimine ci vuole il suo coraggio ma per voltar la testa basta la debolezza sono tutti complici e non te ne vorrebbero … ma è dentro te che sai come farai , come ti comporterai … la chiave della cella è meglio siano i giudici a tenerla lasciare al mondo fuori la condanna e l’assoluzione a farsi giudici di se non c’è più espiazione “ … altre due figure importanti del disco sono L’ Aedo e le Sirene. Con l’Aedo iniziano una serie di domande che non avranno risposta effettiva nel disco ma che come la soluzione dell’errore , ognuno potrà trovare nella propria anima , e porterà a riconsiderare la vita come qualche cosa di fuori misura, di bello di straordinario, e soprattutto non unicamente propria ma come un continuo rapporto con l’altro e tutto ciò che ci circonda . le sirene di Vinicio sono le Sirene di Ulisse , le sirene che non si dovrebbero ascoltare perché quel canto incanta ma uccide cantandoti la tua vita . Tra la Sirena e l’ Aedo mi sento di dire che Vinicio in questo disco è più una sirena , canta molto , tanto, forse mai come in questo disco si è potuto percepire il Vinicio che i suoi fan avevano potuto già incontrare in “ non si muore tutte le mattine “ e in “in clandesitinità”, perché il progetto del viaggio ha sempre fatto parte delle storie di Vinicio ma il salto è stato questa volta dalla strada al mare , forse più pericoloso ? forse perché immenso e non governabile dall’ uomo e quindi meno sicuro? Forse proprio per questo scelto da Vinicio ? ma a queste domande potrebbe rispondere solo lui …
In conclusione mi sento di dire che questo disco sia come quelle febbri che vengono da piccoli , quelli febbri che arrivano a 40, quelle che le nonne chiamano da noi a sud “ febbri della crescita” perché ci si aspetta una volta guariti che il ragazzo sia più grande di qualche centimetro e che qualche cosa in lui sia cambiato , e qualche cosa in Vinicio è cambiato, non certo la sua voglia di sperimentare, sempre nuovi strumenti, nuovi abbinamenti musicali , molto simpatica a questo proposito la collaborazione con le sorelle martinetti , molto più profonda la collaborazione con Psaradonis. Ora credo di aver detto pure troppo , io ho comprato il disco e l’ho subito ascoltato , senza aver letto troppo recensioni precedenti perché non volevo farmi influenzare … per questo mi fermo qui, ma vi suggerisco di comprare il disco e di ascoltarlo , se si è fan di Vinicio, se volete conoscerlo, se volete dargli un’ altra possibilità e rivalutarlo , se solo amate la musica , se volete compiere un viaggio … se volete capirvi , se volete “ far rivivere il liceo che è in voi” .
Una caposselliana innamorata
Nessun commento:
Posta un commento