venerdì 16 dicembre 2011

"Parlerebbero i miei occhi " ( Blas De Otero)



Taceremo ora per piangere poi?

Parlerebbero i miei occhi se le mie labbra
ammutolissero. Potrei restare cieco,
e la mia mano destra continuerebbe
a parlare, parlare, parlare.

Debbo dire "Ho visto". E taccio
stringendo gli occhi. Giurerei
di no, che non ho visto. E mentirei,
parlando, parlando, parlando.

Ma debbo tacere e tanto tacere,
c'è tanto da dire, che chiuderei
gli occhi, e starei tutto il giorno,
parlando, parlando, parlando.

Dio mi liberi dal vedere quello che è chiaro
Ah, che tristezza. Potrei tagliarmi
le mani. E il mio sangue continuerebbe
a parlare, parlare, parlare.

venerdì 18 novembre 2011

SE SI SENTISSE CON GLI OCCHI LA VOCE



Se si sentisse con gli occhi la voce
oh, come ti vedrei!
La tua voce ha una luce che mi illumina,
... luce d'udire.
Nel parlare
tutti gli spazi del suono si infiammano,
la grande oscurità
che è il silenzio si infrange. Ha un aspetto d'alba
la tua parola, venendo a me di nuovo.
Quando assenti,
un mezzogiorno, un piacere allo zenit,
impera, ormai senza l'arte degli occhi.
Se mi parli di notte non c'è notte.
Né solitudine nella mia stanza
con la tua voce, lieve, ed incorporea.
Ché quando viene crea il suo corpo. Nascono
nel vuoto dello spazio, innumerevoli,
le delicate e possibili forme,
del tuo corpo di voce. E quasi sbagliano
le tue labbra che ti cercano e le braccia.
E tutto intorno, anime di labbra
e braccia in cerca delle, fatte nascere
dalla tua voce, divine creature
che inventa il tuo parlare.
E nella luce d'udire, in quell'ambito
tutto raggiante, che gli occhi non vedono,
si baciano per noi
quei due innamorati che non hanno
altro giorno né notte
che la tua stellata, o il tuo sole.

Pedro Salinas

venerdì 11 novembre 2011

EUGENIO MONTALE

L’anguilla


L’anguilla, la sirena
dei mari freddi che lascia il Baltico
per giungere ai nostri mari,
ai nostri estuari, ai fiumi
che risale in profondo, sotto la piena avversa,
di ramo in ramo e poi
di capello in capello, assottigliati,
sempre più addentro, sempre più nel cuore
del macigno, filtrando
tra gorielli di melma finché un giorno
una luce scoccata dai castagni
ne accende il guizzo in pozze d’acquamorta,
nei fossi che declinano
dai balzi d’Appennino alla Romagna;
l’anguilla, torcia, frusta,
freccia d’Amore in terra
che solo i nostri botri o i disseccati
ruscelli pirenaici riconducono
a paradisi di fecondazione;
l’anima verde che cerca
vita là dove solo
morde l’arsura e la desolazione,
la scintilla che dice
tutto comincia quando tutto pare
incarbonirsi, bronco seppellito;
l’iride breve, gemella
di quella che incastonano i tuoi cigli
e fai brillare intatta in mezzo ai figli
dell’uomo, immersi nel tuo fango, puoi tu
non crederla sorella?

flusso di coscienza

è tanto tempo che non scrivo, ma capitano questi periodi .. si è presi da mille cose, impegni universitari, studio, problemi vari ... però in verità vi dico, che non ho voglia ,non ho voglia di scrivere in questo ultimo tempo, ma allo stesso tempo, in maniera così  tremendamente contraddittoria , mi manca la scrittura ... allora leggo, leggo in silenzio e ascolto .. ascolto il silenzio della mia stanza quando leggo il manuale di letteratura, o quei pochi minuti prima di dorimire quando hai chiuso i libri, hai spento la tv .. e sei sotto le coperte, ti accorgi che il silenzio non esiste... ascolto le parole di tutti .. le conversazioni dei ragazzi prima che inizi la lezione, le mie amiche che mi parlano ... o che parlano tra di loro senza riuscirmi a coinvolgere nella conversazione, ascolto mia madre che ripete come un disco sempre le stesse cose, sempre lo stesso discorso, sempre le stesse parole, la ascolto pure quando vorrei sbattere quel cell che sta suondando da 10 min ormai ... ed è sempre mia madre che chiama a distanza di pochi secondi per farmi quelle solite domande piene di ansia, di stress, di nervosismo.. ascolto quel fiume di parole ... la sua voce che aumenta sempre più di tono e non ti ascolta  se anche rispondi...
ascolto tutto, tutti ... e il silenzio non esiste ... come non esiste poter smettere di scrivere .. e quindi eccomi qui di nuovo a dare un cenno di vita a questo blog !!! ogni volta che lo apro mi chiedo che senso abbia,perchè ho iniziato ad avere un blog , mi allontano, ritorno... lo odio, lo amo... e non ho soluzione .. perchè ho un blog, per sfogare i miei pensieri, perchè a volte non riesco a parlare , non voglio parlare, perchè tanto nessuno mi ascolta ... nessuno sta davvero sentendo le mie parole... e allora con chi parlo con nessuno... beh tanto meglio scrivere  a nessuno !!!
 ( un post che pare senza senso .. ma un senso ce l'ha .. si chiama FLUSSO DI COSCIENZA .... è tutto quello che penso per ora .. è tutto quello che sento... che sento di lasciare qui ...

venerdì 30 settembre 2011

Momento poetico ....


 O ma' si tu me vedesse l'core (Filippo Timi)

"O ma' si tu me vedesse l'core, sentissi i' urle come magneno l'tempo...metton paura anch'ai mure.
 Ogni notte quann'artorno n'tlagnorante buiosa, l'corpo crolla che manco l'ombra fà tempo archiappallo e arman t'lì begia...e ogni tanto artorna de 'na forma tà quìll'ammasso de ciccia e ossa...o mà si tu me vedesse l'core...! "

sabato 3 settembre 2011

Montecaddini - Mr Mall

Un anno fa ero più grasso
Una quindicina di chili in più.
Me li sentivo tutti sull'anima
Che dicono essere un poco più sopra dello stomaco.
Venivo e urlavo al mare di notte,scuro e nero
tra l'eco di voci conosciute di ragazzi
nel loro chiacchiericcio tra barche capovolte
ai bordi del mare concavo delal baia di San Gregorio.
Sotto la scala di Filanto
Roso da un amore corroso
Urlante, stordito dalle pietre sotto agli ulivi.
Pizzicato dalle mosche, dalle masserie e dalle trantole.
Nel cerchio delle sedie, sguardi e parole di persone ospitali
Rivelazioni nel giardino dei Getsemani
Miero, Miero, Miero nel pomeriggio
Stordito di cicale
sdraiato sul mucchio della giara bianca da edilizia
una giornata, a perdere nel caldo, in esilio dalla mia pena.
E quanto più mi allontano
Tanto più le cose le cose ritornano e stagnano e ronzano
Come i mosconi di Angelo Musso sotto al porticato.
Solo parole di saggezza vorrei comprendere
e tali le comprendo.
Nell'abbaglio, nel formicolio dei piedi
un'altra vita vedo tra le cento che corteggio.
Il tempo asciuga, il tempo allarga e stringe e distilla.
Il cuore mi appare come da due occhi soli adesso
tagliate le pietre dell'anima, della forza,
e ancora vorrei la notte, l'aria fresca
la vivida vita dell'anima di strada.
Vivi Scianni, e vivi Rosa...
Quello ceh ti dà ti prende, il cerchio delle sedie.
Quanti chili d'anima ho in meno?
Pensavo fosse grasso, forse era olio, forse era birra...
Ora sono qui spogliato. Denudato.
Le cose si staccano da me, e mi sento come una lucertola, come un geco,
come un cieco.
Forse ho cambiato pelle,
forse l'ho preduta.
Certo quest'anno sono meno grasso dell'anno passato.
Chi scappa non se lo può permettere.

mercoledì 31 agosto 2011

Sull' ultima riga di un foglio bianco ( Beatrice Niccolai)



Ho sempre creduto
alla bellezza delle ombre dei salici,
alla quiete dei ruscelli,
al male di vivere
che esplode come un temporale
nel cuore del silenzio.

Ho sempre creduto
che la vita precedesse la morte
fino a farmi sostegno dei miei cedimenti.

Ho dovuto ricredermi sulla vita
e solleticarmi dentro gli specchi
per non annegare
nel riflesso di un oceano senza fondo.

Come coralli
si sono colorati di rosso
tanti ricordi.
Anche gli occhi per il fumo del silenzio.

Le labbra, un maglione,
e le bacche di pungitopo
di ogni inverno senza ritorno.

Si è colorato persino il cielo
e le mani con cui mi hai consigliato
di sedermi sull'ultima riga
di un foglio nato bianco.

Ecco, sul fondo del fondo,
dietro i giorni che ho perso piangendo
e dentro un cerchio
che mi ha partorito prematuramente
tutto ha avuto inizio.

Tutto ha ancora inizio
e anche domani
ci sarà un altro inizio.

Quanta fatica stare sull'ultima riga
di un foglio bianco
che non ha neanche una virgola

come appiglio.

martedì 30 agosto 2011

BandaBardò - Spogliati



Muta come un pesce
insofferente amore
com'è grande il mondo
com'è grande il mondo
porti sul tuo viso una voglia di evasione
com'è grande il mondo
com'è grande il mondo

lasciatelo dire anche se è vero
sei fatta per scappare
ma ho viaggiato tanto e posso dire
che in ogni mare
c'è un motivo per restare
e allora tanto vale

spogliati non andar via
qui c'è un sogno da sposa
un intimo rosa colore armonia
spogliati con allegria
che domani chissà partiamo davvero per Bogotà

com'è grande il mondo
ma com'è bello il mondo
sei così sicura
amore furibondo
lasciatelo dire
dalle mani dai sospiri dal tremore
prendi le carezze come il dono di un estimatore

lasciati amare
avvicinare
siamo una storia
siamo un racconto
lasciati amare
avvicinare
trova il tuo mondo su di me

spogliati non andar via
qui c'è un sogno da sposa
un intimo rosa colore armonia
spogliati con allegria
che domani chissà partiamo davvero per Bogotà

lasciati amare
avvicinare
siamo un duello
siamo uno scontro
lasciati amare
avvicinare
trova il tuo mondo senza me

vestiti vattene via
col tuo sogno da sposa
quell'incubo rosa color nostalgia
vestiti in allegria
che domani chissà partiamo davvero

venerdì 26 agosto 2011

Colpisci il passato al cuore

colpisci il passato al cuore
delusioni di sempre, son pronte a colpirti
annebbiano la vista
confondono i ricordi
rabbia repressa, odio, disgusto
e nn sai piu se cio che fai è giusto
giri incazzato, apatico e depresso,
ormai sei quasi il fantasma di te stesso

le delusioni di sempre ti colpiscono alla mente
per sentirti sconfitto ti basta un niente
vivi tra momenti che ti vuoi sfogare
e tanti altri in cui vorresti morire
e tanti si rovinano, sballati costanti
si uccidono pian piano con droghe pesanti
ma questo no, non deve accadere
no non è cosi che deve andare
alzate la testa, cercate di reagire,
la soluzione a questo non è morire
troppi sono andati, troppi son crepati
non vogliamo piu piangere
siamo disgustati
le delusioni son costanti, non ci stanno santi...
...un ricordo, un luogo, forse uno stato d'animo...
ricordi in dissolvenza
solo
chiuso in una stanza
ma ora basta
testa alta
avanti

giovedì 25 agosto 2011

Una Emociòn



"Una Emociòn" (Raul Kaplun)

Vengan a ver que traigo yo
en esta unión de notas y palabras,
es la canción que me inspiró
la evocación que anoche me acunaba.
Es voz de tango modulado en cada esquina,
por el que vive una emoción que lo domina,
quiero cantar por este son
que es cada vez más dulce y seductor.

Envuelto en la ilusión anoche lo escuché,
compuesta la emoción por cosas de mi ayer,
la casa en que nací,
la reja y el parral,
la vieja calesita y el rosal.
Su acento es la canción de voz sentimental,
su ritmo es el compás que vive en mi ciudad,
no tiene pretensión,
no quiere ser procaz,
se llama tango y nada más.

Esta emoción que traigo yo,
nació en mi voz cargada de nostalgia.
Siento un latir de rebelión cuando a este son
sus versos le disfrazan.
Si es tan humilde y tan sencillo en sus compases,
porque anotarle un mal ejemplo en cada frase.
Con este resto de emoción
muy fácil es llegar al corazón.

mercoledì 24 agosto 2011

"Ti ho visto, ma eri di spalle" ( breve racconto diA.C.)

Ti ho visto, ma eri di spalle

Erano le 7.00 di mattina , ma sembrava fosse notte , pioveva talmente forte che il cielo era diventato nero, tirava un vento, un vento freddo che ti tagliava il volto. Lei era li ferma , avvolta nella sua giacca di lana rossa a scacchi , la sciarpa che le copriva metà volto e il suo cappello; seduta su quella gelida panchina le mani in tasca le gambe stese fissava le gocce che violentemente cadevano una dopo l’altra e si rompevano toccando quei binari, … fredda mattina d’inverno in una stazione di provincia come tante altre . Lei assorta nei suoi mille pensieri, o forse in nessuno, fissava quelle gocce e non sentiva le voci delle persone che le passavano accanto , solo un tuono l’ha scossa all’improvviso, e nota un bambino abbracciato alla madre che cerca di calmarsi spaventato, spiegandosi che forse qualcuno la su questa mattina ha avuto qualche brutta notizia … lei sorride a quelle parole , ma il sorriso è nascosto da quella sciarpa . arriva il treno , tre , quattro persone la urtano lei nemmeno se ne accorge , è sempre così tutte le mattine per prendere quel treno, entra, uno sguardo veloce alla carrozza con la speranza di scovare un posto, lo vede e si dirige sicura li , si siede e d’improvviso si sente addosso quella puzza , puzza di fumo ,di chiuso, di gente che lavora, è sempre così ogni mattina , vetri appannati dalle tante persone che parlano e respirano, ragazzi assonnati con le loro cartelle e i libri e quaderni in mano intenti a ripassare , a copiare , insomma rimediare qualche cosa prima di iniziare le solite giornate scolastiche ; studenti universitari stressati dai corsi , e dalle corse, dai professori che si negano,dalle responsabilità di ogni esame; mamme con i propri figli, anziani con in mano cartelline che contengono tutte le analisi fatte negli ultimi mesi e che ora aspettano di essere visionate dal dottore … è sempre la stessa gente di ogni mattina , e molti di questi li rivedrà più tardi nel treno del pomeriggio. D’improvviso si sente osservata ,mentre fissava i paesi che passavano veloci, con la speranza negli occhi che quello dopo sia un paese che non conosce, e la voglia di scendere e vagare , farsi prendere dalle strade, e dalle storie che si vedono negli occhi dei passanti; e la rassegnazione che sta solo , di nuovo, sognando ad occhi aperti ;il treno passa in una galleria è un attimo il vetro diventa scuro e riflette gli altri passeggeri … e riflette anche lui , si sentiva osservata e ora ha capito da chi .. in un solo istante un piccolo particolare e lo riconosce, si gira anche lei ,vorrebbe fermare quel cuore che batte così forte ma non sa come , si guardano avrebbe voluto accennare a un saluto ma nessuno dei due si muove, comprende l’imbarazzo di lui , abbassa gli occhi … e ritorna a guardare quei paesi , ora pensa a quanto è stata stupida, non avrebbe mai dovuto mandare quella mail, ma che senso aveva? A stento lo conosceva, e ora le cose non sono cambiate , non sono migliorate di certo …. se possibile peggiorate ; ora nemmeno più quel timido “ ciao” che prima si dicevano riescono a dire , ora c’è solo un silenzio imbarazzante tra loro … arriva la loro fermata scendono, ognuno cammina per fatti suoi, a quel punto realizza che era tanto che on lo vedeva in treno la mattina , vedi le cose succedono sempre quando non le speri … più si desidera più non si realizza … era proprio vero!!!

Ecco ora la pioggia era finita, per fortuna ,odia camminare tra gli ombrelli ! cammina svelta per arrivare in tempo all’ università , ma stando attenta ad ogni passo per la paura di cadere, -beh questa è anche la mia filosofia di vita- … ripensa a questa frase , l’aveva detta per scherzo al fidanzato della sua migliore amica mentre camminavano per strada dopo un temporale , a metà strada si sente chiamare ,si volta , qualcuno la supera, un po’ distratta non capisce subito chi la stava chiamando, ma poi la vede Sara , la sua migliore amica, “ ehi brutta scema che fai non mi aspetti ?? “ ma lei davvero non l’aveva vista ..” NO dai scusa , sto un po’ stordita oggi , allora vai all’ università? “ - “ si si , però ci vuole prima una bella colazione mica hai i corsi subito? “ “ no no, passiamo solo a mettere le borse, sai devo prendere i posti anche ad altri e poi andiamo al nostro bar “… ritornando a camminare guardando avanti lo vede , di nuovo .. di nuovo quella sensazione strana ,il cuore , il tremore delle mani , la voglia di fare qualcosa … “ ohi tutto bene? “ “ ehm , si certo bene bene, allora che mi racconti questo week end? Che avete fatto” “ beh sai niente di che , non sono tornata a casa questa settimana , perché poi la prossima ……. Bla bla bla …” diventarono solo sottofondo le parole di Sara , lei era li intenta a capire come è possibile - sei di spalle e ti sento come se fossi qui accanto a me -,devo porre rimedio a tutto questo ma non ci riesco, stupidi voli mentali adolescenziali … ancora, ancora a quest’ età .arrivano all’ università posano le borse, ognuna nella propria aula , e poi vanno al loro bar ; tra i tavolini , una coppia di fidanzati che litiga, un vecchio che legge il giornale, un gruppo di amici che parla ad alta voce … il barista arriva al loro tavolino , ma non c’è bisogno di menù, in fondo anche lui lo sa già “ un cornetto al cioccolato e un cappuccino , un cornetto vuoto e un caffè per lei”. Niente di nuovo nell’ aria, niente di nuovo su nessun volto, nessuno che racconti con gli occhi qualche novità; fanno colazione parlando di tutto, come le amiche sono capaci di fare, in 5 minuti raccontare di mesi … si è fatto tardi devono ritornare all’ università , si lasciano nel corridoio , studiavano cose diverse e sono divise in corridoi diversi, quando lei rientra in aula vede gli altri suoi amici ai posti che aveva preso” ehy buongiorno” “ BUONGIORNO” ( Tutti insieme ) “ guarda che 2 oggi hanno rinunciato abbiamo lasciato i due posti accanto a te liberi , e li hanno già presi “ “ va bene va bene,.. allora di che parlavate?” “ niente prendevamo in giro Luca per i suoi capelli ha ha ha ” “ il prof!! “ tutti si girano , e corrono ai propri posti . Non l’aveva notata prima quella borsa accanto alla sua , solo ora passandoci vicina, sfiorandola la riconosce – oddio NO , oggi no - pensò ma non fece nemmeno in tempo a finire che lui era arrivato , con il suo amico, si siedono e la prima ora di lezione passa così in silenzio intenti solo a prendere appunti e seguire il professore. “ va bene ragazzi interrompiamo 5 minuti “ a quel punto tutti si alzano, per un caffè, una sigaretta ,il bagno ; lei si stiracchia solo un po’, non conviene scendere in questa mini pausa , troppa gente al bagno, e troppo poco tempo, resta ferma al suo posto … sapeva che lui sarebbe uscito a fumare … “ Borges, mmhh beh ti piace questo scrittore vero? Se non sbaglio l’hai anche citato una volta in un commento a una mia poesia “ all’ improvviso , nel silenzio , che in quel momento in tutta l’aula non esisteva ma lei lo sentiva lo stesso, lui le rivolse la parola … sorrise un po’ imbarazzata “ si mi piace, e si l’ho citai come commento, complimenti per la memoria, ma come mai sei seduto qui oggi ? “ _ oddio ma cosa ho detto? Cioè NO non era questa la domanda che volevo fare e certo questo non era il tono giusto - “non c’è molta gente oggi , e non ci sono i miei amici, non mi andava di stare da solo la su, e poi do fastidio? “ ah NO ! che fastidio , scherzi , no no figurati !! “ l’occhio cadde sul libro che lui aveva poggiato sul banco “ No ma dai , l’hai comprato? Allora ti piace? “ “ eh , si beh mi ha incuriosito, si , si avvicina molto al mio genere …” “ allora ragazzi su riprendiamo” fu interrotta così la loro chiacchierata, lei ancora non ci credeva e sorrideva come una stupida, aveva comprato il libro di un poeta che lei in maniera subdola gli aveva fatto conoscere … allora non passava così inosservata … le ore di lezione finirono , lui restava per gli altri corsi , lei andava in biblioteca,e poi a pranzo con gli amici , non si sarebbero rivisti , avevano orari diversi … “ beh allora Ciao” disse lei prendendo tutte le sue cose, “ Ciao “ rispose .. solo Ciao.

Erano ormai le 18.00 lei era seduta nel treno aspettava che partisse, e ripensava a tutta la giornata, a come era iniziata e come era andata , era stanca, sentiva quella stanchezza fin alle punte dei capelli , ma sorrideva ritornando col pensiero a quella mattinata. Il treno parte , dopo pochi minuti la prima fermata , è la seconda stazione, molti prendono il treno da qui, lei preferisce la stazione terminale, distrattamente osserva le persone che entrano e cercano posti a sedere, molti restano in piedi davanti alle porte,nella folla nota una busta bianca e rossa plastificata “ Feltrinelli “ la riconoscerebbe ovunque .. alza lo sguardo e riconoscerebbe anche quel giubbino e quello zaino, era lui , ma era di spalle , non l’aveva vista, e forse meglio così ,cos’altro avevano da dirsi? Forse tanto ma non sarebbero stati capaci . il giorno dopo , stessa mattinata stesso tragitto , stesso treno , stessa gente, ma questa volta lui era seduto nel banco davanti all’ università ,e come la sera prima nel treno non si era mai girato, continuava a parlare con i suoi amici, a ridere , scherzare . iniziò la lezione e finì anche in un lampo, mai due ore erano passate così in fretta, non sapeva che fare e pure avrebbe voluto parlargli; mai in due ore di lezione si era distratta tanto, intenta a sognare , a sognare loro due parlare per ore, ridere, scherzare , citare film , romanzi , poesie che entrambi sapevano bene che anche l’altro conosceva, insomma una tipica scena da film d’amore americano … ma questo non era un film , era la vita reale, e nella vita reale lui non le si avvicina , lei è tremendamente impacciata e intimidita da lui , e nessuno dei due inizia a parlare , nemmeno con una scusa qualsiasi. D’ istinto senza pensarci senza capire quello che stava facendo prese un pezzo da un foglio “ ti vedevo , ma eri di spalle “ non era una citazione , era solo una frase , era tutto quello che le passò nella mente in quel momento, ogni cosa sarebbe stata stupida, banale , infantile, chi sa se lui avrebbe mai capito .. piegò quel biglietto “ scusa , ti è caduto questo dalla giacca prima “ disse , con un sorriso triste “ ah, grazie “ solo questo disse lui . Lei se ne andò ,e da quel giorno non si sarebbero rivisti, lei tra un mese avrebbe cambiato città, amici, casa, una nuova vita, finalmente, almeno i suoi sogni , quelli concreti , reali , sulla sua carriera si stavano realizzando aveva ancora tanto da fare e tanta fatica e tanti sacrifici. Avrebbe voluto concludere tutte le questioni lasciate in sospeso qui … ma non ne fu capace , chi sa se ha mai letto quel biglietto, chi sa se l’ha mai capito …. Passano i mesi , lei non chiede più di lui , lui ?? e chi lo sa se chiede di lei , chi sa cosa pensa …

Chi sa il destino che gioco voleva iniziare al quale quei due ragazzi non sono stati capaci di partecipare, chi sa come sarebbe andata , chi sa cosa doveva essere ….

"Siamo rimasti Voce,senza più corpo, sul bordo della nostra gioventù, sull’orlo di come sarebbe dovuta andare"

( i riferimenti a persone e fatti sono puramente casuali , alcune parti sono puramente inventate hahaha )

Camminante



Ahi, t' ho visto sporta alla ventana
seguir lontano il volo del gabbiano
hai masticato muta un benvenuto
e t' ho incontrata strana

non cerco più la festa del tuo sguardo
né tantomeno il volto che mi è amico
ti guardo, ti saluto e mi ridico
che è fatica averti

i capelli neri e unti come il corvo
le labbra strette al nodo dell'orgoglio
odiami per non cadere pronto
nell'amore che non voglio
così m'incontro solo, solo e perduto
come quando gli uccelli se ne migrano
lasciando il loro nido
come quando gli uccelli se ne migrano
lasciando il loro nido

però resto contento
per quello che è passato
mi porto appesa al cuore una promessa
e qualche bacio rubato
e voglio restar quieto
e sognar disperso
sognar che stiamo noi due soli
e nel mare aperto
sognar che stiamo noi due soli
e nel mare aperto

toglietemi passioni, amici,
il riso del saluto,
ma non si può perdere quello che
mai in fondo si è tenuto
non si può perder niente se
niente si è mai avuto

le seppie han le ossa bianche e l'ippogrifo
ha il becco scuro e forte è il suo nitrito

distante come il cielo in Patagonia
m'avvio abbracciando i sogni che ho patito
distante come il cielo in Patagonia
m'allungo ai sogni che ho patito

come quando gli uccelli se ne migrano
lasciando il loro nido
lasciando il loro nido
come quando gli uccelli se ne migrano
lasciando il loro nido



se anche solo si leggesse questa canzone senza la sua voce ... senza la musica ... resta una stupenda poesia !!! ...

La Rosa profonda ( Jorge Luis Borges)



La rosa,
la rosa immarcescibile che non canto,
quella che è peso e fragranza
quella dell’oscuro giardino della notte fonda,
quella di qualunque giardino e qualunque sera,
quella che risorge dalla tenue
cenere per l’arte dell’alchimia,
la rosa dei persiani e di Ariosto
quella che è sempre sola,
quella che è la rosa delle rose,
il giovane fiore platonico,
l’ardente e cieca rosa che non canto,
la rosa irraggiungibile.

(da “La rosa profonda, 1975” JORGE LUIS BORGES )




La rosa,
la inmarcesible rosa que no canto,
la que es peso y fragancia,
la del negro jardín en la alta noche,
la de cualquier jardín y cualquier tarde,
la rosa que resurge de la tenue
ceniza por el arte de la alquimia,
la rosa de los persas y de Ariosto,
la que siempre está sola,
la que siempre es la rosa de las rosas,
la joven flor platónica,
la ardiente y ciega rosa que no canto,
la rosa inalcanzable.

giovedì 18 agosto 2011

LE CENTO CITTA'

Ognuno ha le sue prigioni, mentali, fisiche...
Ognuno ci convive....

Ma quando le pareti cominciano a restringersi,
le facce diventano anonime,
Quando lo specchio comincia a darti del tu....

Quando i marciapiedi ti provocano vertigini
e la strada sembra il tuo tappeto rosso,
Metti insieme il tuo bagaglio....

Riempilo di ricordi,speranze,parole,storie vissute e
storie da vivere....
Riempilo di emozioni,musiche,liti,illusioni
d’epoca,domande e risposte....

Trovati un amico e comincia la condivisione,l’esplorazione....
vai a caso,lascia le tue lacrime sul cuscino,
incontrati con la vita,
scontrati con il dolore,
ruba l’amore....

Non avere una meta ma cento,prova a ritornare perché
il ritorno dà senso al viaggio....

Pensa a Polifemo e alla sua solitudine e rispetta la
solitudine altrui....

Gira intorno al mondo....
Non girare con lui....

Affrancati da te stesso e dall’attesa....

Per amare la vita bisogna tradire le aspettative....

Guardati intorno e guardati da chi si professa libero....

Il sapore della libertà è la paura....
Solo chi ha paura della libertà ha il coraggio di
inseguirla.....

(Vincenzo Costantino Chinaski)

sabato 23 luglio 2011

Itaca di Konstantinos Kavafis

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni o i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere:
non sara' questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi o Lestrigoni no certo,
ne' nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga,
che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre,
tutta merce fina, e anche profumi
penetranti d'ogni sorta, piu' profumi
inebrianti che puoi,
va in molte citta' egizie
impara una quantita' di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca –
Raggiungerla sia il tuo pensiero costante.
Soprattutto, pero', non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos'altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avra' deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
gia' tu avrai capito cio' che Itaca vuole significare.