L’anguilla
L’anguilla, la
sirena
dei mari freddi che
lascia il Baltico
per giungere ai
nostri mari,
ai nostri estuari,
ai fiumi
che risale in
profondo, sotto la piena avversa,
di ramo in ramo e
poi
di capello in
capello, assottigliati,
sempre più addentro,
sempre più nel cuore
del macigno,
filtrando
tra gorielli di
melma finché un giorno
una luce scoccata
dai castagni
ne accende il guizzo
in pozze d’acquamorta,
nei fossi che
declinano
dai balzi
d’Appennino alla Romagna;
l’anguilla, torcia,
frusta,
freccia d’Amore in
terra
che solo i nostri
botri o i disseccati
ruscelli pirenaici
riconducono
a paradisi di
fecondazione;
l’anima verde che
cerca
vita là dove solo
morde l’arsura e la
desolazione,
la scintilla che
dice
tutto comincia
quando tutto pare
incarbonirsi, bronco
seppellito;
l’iride breve,
gemella
di quella che
incastonano i tuoi cigli
e fai brillare
intatta in mezzo ai figli
dell’uomo, immersi
nel tuo fango, puoi tu
non crederla
sorella?
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